a che punto è la raccolta differenziata nel nostro paese?

UNO SGUARDO AI DATI ITALIANI PER CAPIRE IL NOSTRO IMPATTO SULL’AMBIENTE E COME È CAMBIATO NEI MESI DELLA PANDEMIA

La pandemia che ci ha investiti nel 2020 ha cambiato radicalmente le nostre vite, costringendoci in casa per lunghi mesi, con gran parte delle attività industriali e commerciali interrotte, ristoranti chiusi e turismo bloccato. Questa trasformazione imposta dalle circostanze emergenziali ci ha costretti a trasformare le nostre abitudini e il nostro stile di vita in un modo inaspettato. 

Un utile strumento per capire come siamo cambiati in questi mesi arriva dai dati della raccolta dei rifiuti dello scorso anno. Il rapporto “L’Italia del Riciclo” realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Fise Unicircular, infatti, ci restituisce una fotografia inedita del 2020.  

A partire da qui cerchiamo di capire meglio a che punto è la raccolta differenziata in Italia, con uno sguardo anche al resto del mondo.   

VOLANO GLI IMBALLAGGI, CROLLA L’ORGANICO

Il primo dato interessante e pienamente rappresentativo del 2020 è l’aumento della raccolta differenziata domestica, in particolare, degli imballaggi soprattutto in carta, cartone e acciaio, cresciuti del 7%. Una crescita connessa con l’aumento dell’e-commerce, indiscusso protagonista dei mesi di lockdown.  

Una riduzione importante si rileva, invece, per i rifiuti organici crollati del 15%. L’aumento della raccolta domestica non è riuscito, infatti, a controbilanciare la diminuzione degli scarti organici normalmente prodotti da mense, ristoranti e bar che, negli scorsi mesi, hanno dovuto adeguarsi alle misure di contenimento imposte dall’aggravarsi della situazione sanitaria.  

IL CALO DEL TURISMO TRASFORMA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Un altro aspetto da rilevare nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle è legato al drastico calo del turismo. Questo, infatti, ha contribuito a ridisegnare il volto delle città a elevata vocazione turistica anche dal punto di vista della raccolta differenziata. Solo per fare un esempio, a Venezia nel periodo del lockdown tra marzo e maggio la diminuzione della differenziata è arrivata a -20% su tutto il territorio comunale, con oltre -52% nel solo centro storico della città.  

MA OLTRE LA PANDEMIA, A CHE PUNTO È L’ITALIA CON LA RACCOLTA DIFFERENZIATA?

Gli ultimi dati che emergono dal Rapporto Italiano sui rifiuti urbani 2020 dell’Ispra sono incoraggianti: nel 2019 la differenziata si è attestata al 61,3%, con un trend in crescita rispetto al 2018. Tra le regioni più virtuose, che hanno raggiunto e superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, troviamo sul podio il Veneto (74,7%) seguito da Sardegna (73,3%) e Trentino Alto-Adige (73,1%).

La quantità di rifiuti urbani prodotti è ancora alta: si contano 30 milioni di tonnellate nel 2019, circa 500 kg all’anno per cittadino. Questi vengono per la maggior parte avviati al riciclo (53,3%), mentre il 21% va in discarica e il restante 18% viene incenerito.