Tecnici al lavoro con camici bianchi in un laboratorio di ecodesign Nestlé

Vocabolario della sostenibilità: E di ecodesign

Progettare per ridurre l’impatto sull’ambiente, è tempo di eco progettazione

Quando il design si intreccia con l’economia circolare nasce l’ecodesign. Una parola entrata da poco nel nostro vocabolario e con cui indichiamo un processo di progettazione ecologico che si basa sull’impiego efficiente di risorse e materiali studiati appositamente per ridurre l’impatto ambientale non solo in fase di produzione ma anche nel momento in cui il prodotto arriva a fine vita. L’ecodesign è, quindi, una modalità di ideare prodotti che, oltre alla funzionalità, rispondano alle questioni e urgenze ecologiche di questi anni, come la scarsità delle risorse o l’aumento dei rifiuti.

Che cosa significa eco progettazione?

Progettare in maniera sostenibile significa non solo scegliere materie prime riutilizzabili, biodegradabili, riciclabili e non tossiche, ma anche sviluppare un processo produttivo efficiente in termini energetici e dal ridotto impatto ambientale. Grazie al tipo di materiali scelti e al processo produttivo utilizzato, inoltre, un prodotto di ecodesign non impatta in alcun modo sull’ambiente neanche una volta arrivato a fine vita, riducendo così le quantità di rifiuti prodotte e da smaltire.   

Per capire meglio di che cosa si tratta, entriamo all’Institute of Packaging Sciences di Nestlé.

L’esempio di Nestlé: l’Institute of packaging sciences

La sfida dell’ecodesign parte dal packaging. Ne sa qualcosa Nestlé che ha inaugurato nel 2019 l'Institute of Packaging Sciences: un polo di ricerca, il primo del suo genere nell'industria alimentare, nato con l’obiettivo di accelerare gli sforzi per portare sul mercato soluzioni di imballaggi funzionali, sicuri ed ecologici. In altre parole, si punta a sviluppare nuovi pack che, oltre a garantire elevati standard di sicurezza alimentare, abbiano un ridotto impatto sull’ambiente.   

Attualmente l’Istituto sta lavorando per sviluppare packaging riutilizzabili, materiali di imballaggio semplificati più facili da smaltire rispetto ai poliaccoppiati, materiali di imballaggio riciclati, tipi di carta performanti in termini di conservazione e sicurezza dei prodotti e materiali a base biologica, compostabili e biodegradabili. Si tratta di soluzioni appositamente studiate per evitare che nessun imballaggio finisca in discarica o impatti sull’ambiente quale rifiuto.  

Allo studio di questi nuovi materiali si affianca l’attenzione a rimodulare gli imballaggi finora utilizzati. Ecodesign, infatti, significa anche ridurre gli spazi vuoti delle confezioni e di conseguenza le materie prime utilizzate in fase di produzione.  

 

I primi risultati raggiunti

Nestlé è già sulla buona strada con il 96% degli imballaggi dei prodotti realizzati in Italia che è già riciclabile. Una cifra destinata a crescere da qui al 2025, anno in cui si punta a raggiungere il traguardo del 100% degli imballaggi riciclabili o riutilizzabili. Per centrare questo obiettivo, Nestlé ha stanziato oltre 1,5 miliardi di franchi svizzeri che saranno investiti da oggi al 2025 per favorire l’uso di plastica riciclata ad uso alimentare. Un cambiamento green che riguarda da vicino anche i prodotti dei marchi storici del Gruppo, come Smarties – puoi scoprirne di più qui.  

Quella dell’ecodesign è però una sfida da vincere insieme ed è per questo che Nestlé sta collaborando con il mondo delle startup e delle università ma anche con altre aziende del settore alimentare per condividere know-how e best practices. In particolare, il Gruppo ha lanciato un fondo di venture capital da 250 milioni di franchi svizzeri per finanziare startup che si focalizzano sul packaging alimentare sostenibile.