Preparazione frittura in padella

Come si ricicla l'olio di frittura

Che siate al sud, al centro o al nord troverete sempre un buon motivo per friggere. Sarà per lo gnocco, la donzella, le olive ascolane, il panzerotto, il crocchè, l'arancina (rigorosamente femmina), il fritto misto o la crema fritta, quando l'olio sfrigola, il buonumore entra in cucina. Eppure, dopo aver preparato la cena per tutti gli amici, o un buffet fatto in casa, l'olio va sostituito e sorge spontanea una domanda. Cosa faccio di questo olio per friggere?

Cos’è l’olio esausto?

Per olio esausto si intende l’olio (industriale o domestico) che abbia completato il suo ciclo di utilizzo. Si tratta principalmente di olio di conservazione degli alimenti, quello del tonno o delle conserve sottolio, ma anche dei grassi raccolti dalla griglia, o residui di frittura sia effettuata con oli vegetali sia realizzata con grassi animali. Dopo la frittura, l’olio alimentare subisce una modifica della sua struttura molecolare, si ossida e assorbe sostanze inquinanti mediante la carbonizzazione dei residui alimentari. Questo processo rende l’olio ancor più inquinante se non smaltito correttamente.

Per il 2020 le stime parlano di circa 290 kt di oli immessi nel mercato, di questi circa il 62% proviene dall’uso domestico. In Italia la curva che indica la raccolta differenziata di olio vegetale è generalmente in crescita (fatta salva la contrazione degli ultimi anni a causa della pandemia). Nonostante gli ottimi risultati, è sempre necessaria una campagna di sensibilizzazione e informazione del cittadino circa la pericolosità di questo particolare rifiuto, se disperso in maniera non corretta nell’ambiente.

Dove butto l’olio di frittura?

L'olio esausto, a seguito della frittura, è considerato un rifiuto urbano pericoloso (RUP) non è biodegradabile né si tratta di un rifiuto organico. Questo ex-alimento non va assolutamente conferito nell’indifferenziato né nell’umido, smaltirlo in modo errato o impiegarlo impropriamente è altamente inquinante.

È fondamentale ricordare che l’olio esausto non va assolutamente buttato nel terreno, nel lavabo o nel wc. Si tratta di pratiche, purtroppo, ancora estremamente diffuse ma molto dannose per l'ambiente, che se effettuate in larga scala, contribuiscono a minacciare il nostro ecosistema.

  • Versato per terra, penetra nel terreno e può avvelenare le risorse idriche e intaccare le falde acquifere rendendo l’acqua non più potabile.
  • Disperso nelle condutture domestiche può rovinare filtri e depuratori.
  • Versato nell’acqua forma una pellicola impermeabile spessa di materiale inorganico che impedisce lo scambio con l’esterno e priva dell’ossigeno le forme di vita sottostanti.
  • Se bruciato tramite combustione incontrollata produce sostanze tossiche, che finiscono nell’atmosfera e possono provocare intossicazioni o malattie.

Smaltire correttamente l’olio di frittura consente di tutelare l’ambiente, ma anche di dare una nuova vita all’olio raccolto. Per smaltirlo correttamente potete procedere così: una volta raffreddato completamente va filtrato per eliminare eventuali residui di cibo. Aiutandosi con un imbuto lo si può versare in un apposito contenitore con tappo ermetico e può essere portato nelle aree ecologiche o nei contenitori preposti dal comune per conferirlo adeguatamente. In alcuni casi, presso benzinai o supermercati sono presenti contenitori adibiti alla raccolta degli oli esausti. Dopo l’ingresso nella catena dello smaltimento, l'olio subisce dei trattamenti che lo ripuliscono e lo rigenerano in modo da trasformarlo e re-immetterlo nel mercato sotto forma di altri prodotti.

Negli ultimi anni sono nate numerose soluzioni sostenibili per riciclare l’olio usato e non sprecare questo prezioso quanto pericoloso prodotto. L’olio di frittura può essere trasformato in

  • estere metilico per eco-combustibile. Una Materia Prima Seconda per la produzione di biodiesel, meno inquinante del petrolio, adoperato (tra gli altri utilizzi) per alimentare stufe o caminetti ma anche come carburante per autotrazione in sostituzione o miscelazione di carburanti di origine fossile, riducendo il contributo di emissioni di CO2 nel settore dei trasporti. Utilizzo ad oggi primario di olio esausto.
  • combustibile per lanterne o candele
  • additivo nei mangimi animali
  • lubrificanti vegetali per macchinari (anche per attrezzi domestici come pale, spalaneve, piccole forbici per potatura)
  • distaccante in campo edilizio
  • ingrediente per la cosmesi

Ma anche per creare sapone per la pulizia della casa e della persona.

Come si crea il sapone dall’olio di frittura?

Dall’olio esausto casalingo si può realizzare dell’ottimo sapone naturale. Esistono metodi di saponificazione: caldo o a freddo. Entrambi però non sono semplici da padroneggiare. Per ottenere del sapone c’è bisogno di pochi ingredienti facilmente disponibili in negozi specializzati: un grasso (in questo caso l’olio esausto della nostra cucina), acqua demineralizzata, soda caustica (ingrediente molto pericoloso da usare con estrema cautela) e oli essenziali per profumare il composto. 

Per ottenere una ricetta perfetta è necessario conoscere l’origine e la composizione dei grassi utilizzati e variare la formula a seconda degli ingredienti in vostro possesso. Occorre, poi, indossare protezioni su tutto il corpo ma in particolare su occhi e mani come prevenzione per eventuali ustioni chimiche e utilizzare strumenti dedicati unicamente a questa produzione.

Se non siete esperti, vi consigliamo di chiedere aiuto a qualcuno che ne padroneggi la tecnica, o di studiare approfonditamente su manuali che uniscano la spiegazione dei processi chimici a strategie per modificare le formule in base alle vostre esigenze e alla corretta gestione di ingredienti pericolosi.