Carta stagnola

Dove si butta la carta stagnola?

In un mondo in cui diventa sempre più importante riciclare ogni singolo rifiuto, occorre prestare attenzione a dove si buttano tutti gli scarti, gli imballaggi e gli oggetti che non usiamo più. La cucina ad esempio è una delle stanze della casa in cui si producono più rifiuti. Ma se per i rifiuti alimentari è semplice sapere qual è il giusto sacchetto in cui conferirli, per altri materiali può sorgere qualche dubbio. Ad esempio: voi sapete dove si butta la carta stagnola?

Non fatevi ingannare dal nome la carta stagnola, non va buttata insieme alla carta, ma si getta nel contenitore dei metalli. A patto, però, che sia pulita. In molti comuni viene raccolta insieme alla plastica, in altri va conferita nello stesso cassonetto del vetro. Consultate le tabelle del vostro comune per verificare come vengono suddivisi i materiali della raccolta differenziata e segnatelo sui vostri cestini per non dimenticarlo. Potete applicare facilmente sul coperchio dei cassonetti un adesivo oppure stampare una pratica legenda da tenere appesa sul frigo!

Se invece la vostra carta stagnola è molto sporca e presenta, ad esempio, residui di cibo strenuamente attaccati oppure è molto unta, occorre buttarla nell’indifferenziato. Prima di farlo però sappiate che la carta stagnola è riciclabile al 100% per tanto basterebbe pulirla e poi buttarla insieme all’altro alluminio di casa. Armatevi di pazienza e con una spugna staccate i residui di cibo. Poi appallottolatela e buttatela nel contenitore dei metalli.

Perché si chiama carta stagnola?

La carta stagnola deve il suo nome dall’antico metodo di produzione. Fino a qualche decennio orsono per realizzare questo imballaggio veniva usato lo stagno. Questo metallo veniva laminato così sottilmente da ricordare lo spessore di un foglio di carta. Da qui il nome carta (per la sua sottigliezza) e stagnola (poiché fatta di stagno). La sua malleabilità e la praticità d’uso ne hanno fatto poi un imballaggio molto amato da casalinghe e chef.

Di cosa è fatta la carta stagnola?

Dopo aver scoperto come si fa la raccolta differenziata quando si ha a che fare con la carta stagnola, scopriamo qualche informazione in più su questa valida alleata in cucina. Quella che di solito viene chiamata carta argentata o carta alluminio altro non è se non una lamina di alluminio con spessore da 0,01 a 0,1 mm. Questo sottile strato di metallo, perfetto per sigillare contenitori o teglie è utilizzato solitamente per avvolgere il cibo con lo scopo di limitare l’interazione con l’esterno.

La carta stagnola, infatti è molto usata tanto nell’industria alimentare quanto nella conservazione casalinga in quei cibi che vanno protetti dall’eventuale ossidazione o dalla presenza di acidi deboli. Con la carta stagnola infatti si avvolgono non solo la cioccolata, o il formaggio fresco che si acquistano al supermercato ma si è soliti ricoprire anche le teglie durante la cottura in forno, sia perché questo permette di creare un ambiente di cottura ideale per carni intere e timballi, sia perché l’alluminio blocca gli schizzi impedendo al forno di sporcarsi. In ultimo ricordiamo che l’alluminio, come tutti gli altri metalli, non deve essere inserito all’interno del forno a microonde perché devia le onde elettromagnetiche rischiando di rovinare l’elettrodomestico. Quindi come si dovrebbe usare la carta alluminio in cucina?

Come usare la carta stagnola?

Sull’utilizzo della carta stagnola in ambito di industria alimentare la legislazione italiana dispone tramite il decreto ministeriale 18 Aprile 2007, n. 76 (Regolamento recante la disciplina igienica dei materiali e degli oggetti di alluminio e di leghe di alluminio destinati a venire a contatto con gli alimenti) che i contenitori in alluminio debbano riportare in etichetta una o più delle seguenti istruzioni:

  • Non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati;
  • Destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate;
  • Destinato al contatto con alimenti a temperature non refrigerate per tempi non superiori alle 24 ore;
  • Destinato al contatto per tempi superiori alle 24 ore a temperatura ambiente solo per i seguenti alimenti:
  • Prodotti di cacao e cioccolato;
  • Caffè;
  • Spezie ed erbe infusionali;
  • Zucchero;
  • Cereali e prodotti derivati;
  • Paste alimentari non fresche;
  • Prodotti della panetteria;
  • Legumi secchi e prodotti derivati;
  • Frutta secca;
  • Funghi secchi;
  • Ortaggi essiccati;
  • Prodotti della confetteria;
  • Prodotti da forno fini a condizione che la farcitura non sia a diretto contatto con l'alluminio.

E riporta anche che “quanto sopra non si applica ai materiali e agli oggetti di alluminio ricoperto purché lo strato a diretto contatto con gli alimenti costituisca un effetto barriera”. Quindi il legislatore ribadisce che non vi è pericolosità nell’alluminio, ma può essere rischioso se utilizzato in maniera scorretta.