Vista al tramonto di foreste e fiumi

Vocabolario della sostenibilità: G di Green Deal

Un patto verde europeo per centrare l’obiettivo della neutralità climatica

Come salvaguardare il pianeta? Come ridurre la produzione di CO2? Domande che necessitano di una risposta urgente, viste anche le conseguenze ormai evidenti dei cambiamenti climatici in atto. Proprio a questo proposito vi sarà sicuramente capitato di sentir parlare di Green Deal Europeo: la risposta dell’Unione Europea che punta a rendere i nostri stili di vita più sostenibili, riducendo il nostro impatto negativo sull’ambiente. Più nel dettaglio, si tratta di una serie di misure di diversa natura - dall’introduzione di nuove leggi a investimenti in svariati settori – che, oltre a far bene all’ambiente, permetteranno di creare nuovi posti di lavoro, accelerando la trasformazione del sistema economico. Per capirne di più, però, facciamo un rapido identikit del Green Deal.

Il nome? Un patto verde europeo

Green Deal significa letteralmente patto verde: un pacchetto di misure concrete - leggi e investimenti - da implementare nei prossimi trent’anni, avendo sempre come orizzonte temporale il 2050. L’obiettivo? Mettere in moto, quelli che sono stati definiti “interventi ambiziosi per far fronte al cambiamento climatico e alle sfide ambientali, allo scopo di limitare il riscaldamento globale a 1,5º C ed evitare una perdita massiccia di biodiversità.”  

L’obiettivo? La carbon neutrality

Al cuore del Green Deal troviamo la neutralità climatica. L’Europa punta, infatti, a fare la sua parte nel limitare l’aumento del riscaldamento globale, divenendo il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Secondo le stime del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU e come stabilito dagli Accordi di Parigi del 2015, è necessario non superare la soglia degli 1,5° C rispetto al periodo pre-industriale per poter garantire un futuro al pianeta e agli uomini che lo abitano. A questo si aggiunge un altro obiettivo: delineare una strategia volta a raggiungere il decoupling, ossia il disaccoppiamento della crescita economica dalle emissioni di carbonio. 

Il percorso

Per centrare questi obiettivi, è ovviamente necessario adottare un approccio olistico che, fissando dei target intermedi, permetta di intervenire su più fronti contemporaneamente, dall’industria all’energia, dai trasporti fino alla finanza sostenibile e all’agricoltura. In particolare, tra i traguardi da raggiungere troviamo:  

  • Decarbonizzare la produzione di energia elettrica, un percorso che passa dal potenziamento della produzione di energia rinnovabili, ma anche da disincentivare l’uso di combustibili fossili;  
  • Un altro pilastro della strada verso la carbon neutrality passa dall’introduzione di nuove regole per costruire e ristrutturare case e industrie in giro per l’Europa così da renderle più efficienti in termini energetici. Il 40% dei nostri consumi energetici riguarda proprio gli edifici;  
  • Ripensare la mobilità in ottica sostenibile, introducendo nuove forme di trasporto privato e pubblico meno impattanti, più economiche e più sane, riducendo le emissioni inquinanti del continente;  
  • Sostenere l’industria per un percorso di economia verde è fondamentale, in quanto, l’industria europea utilizza attualmente solo il 12% di materiali riciclati;    
  • Promuovere la biodiversità, proteggendo boschi e specie animali a rischio di estinzione.  

Cosa è stato fatto finora

Uno dei tasselli fondamentali per dare concretezza agli impegni del Green Deal è la legge europea sul clima, varata proprio pochi mesi fa, che ha reso l’impegno politico per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 giuridicamente vincolante. Ma l’Unione Europea non si è fermata qui; tra le altre azioni ricordiamo, la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, adottata nel maggio 2020 con l’obiettivo di proteggere e ripristinare l’ambiente naturale e gli ecosistemi in Europa, e la strategia Farm to Fork, per imprimere una svolta sostenibile al settore alimentare.