Onde del mare viste dall’alto si infrangono sulla sabbia

Il progetto maelstorm per proteggere i mari

ECCO IL PROGETTO, FINANZIATO NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA EUROPEO HORIZON 2020, PER CONTRASTARE I RIFIUTI IN MARE

Un mare ricco di bellezza ma sempre più fragile e a rischio.  

Per preservare il nostro polmone blu e centrare il 14° goal dell’Agenda 2030 “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”, anche il Cnr – Ismar, l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha deciso di scendere in campo. È così che, nell’ambito del programma Horizon 2020 dell’Unione Europea, è stato avviato un progetto per sviluppare alcune tecnologie innovative capaci di identificare, rimuovere e avviare al riciclo i rifiuti di plastica presenti nei corsi d’acqua e nelle aree costiere, impendendo la loro fuoriuscita in mare aperto.  

 

Che cos’è Maelstrom?

Partiamo dal nome: Maelstrom. Un acronimo che sta per Smart technology for Marine Litter Sustainable Removal and Management e che indica una tecnologia sviluppata appositamente per porre un freno al problema dei rifiuti marini, il cosiddetto marine litter. In particolare, dal momento che la maggior parte dei rifiuti che finiscono in mare aperto proviene dai fiumi, diventa fondamentale intercettarli e bloccarli prima che raggiungano la foce e le zone costiere, venendo poi dispersi nella vastità del mare.  

Con la tecnologia sviluppata nell’ambito di Maelstrom, oggi è possibile identificare i luoghi di accumulo, intercettare i rifiuti fluviali galleggianti e rimuovere quelli depositati sui fondali marini, evitando la loro degradazione in microplastiche. Ma i benefici che il progetto può dare all’ambiente non si esauriscono qui.  Una volta recuperati, infatti, i rifiuti vengono smistati per poter poi essere avviati al riciclo e trasformati in altri prodotti o, in alternativa, essere destinati ai termovalorizzatori così da essere utilizzati per produrre energia. In un’ottica di vera economia circolare, i rifiuti diventano, quindi, una nuova risorsa utilizzabile.

La tecnologia studiata contro il marine litter

Sono due le principali tecnologie studiate e che verranno introdotte per rendere operativo il progetto Maelstrom. Si tratta di specifici sistemi automatizzati, alimentati con energia rinnovabile e carburante di seconda generazione. In particolare, c’è la bubble barrier. Una vera e propria barriera costituita da tubi forati che, venendo posizionati sul letto di un fiume o in zone lagunari, sono in grado di pompare aria e generare un flusso di bolle che aiuta a portare a galla i rifiuti di plastica. Un altro modello, invece, è quello costituito da una piattaforma robotica in grado di rimuovere, con elevata efficienza, i rifiuti solidi situati sui fondali e negli strati inferiori della colonna d’acqua. 

Il progetto, partito lo scorso gennaio e che durerà fino al 2024, prevede una periodo di test delle funzionalità e dell’operatività di queste due tecnologie per l’identificazione e la cattura dei rifiuti.  In questa fase a essere interessati saranno le aree costiere di Venezia e l’estuario del fiume Duero a Porto in Portogallo.  

Il progetto Maelstrom ci ricorda che con la tecnologia possiamo fare tanto per il bene del pianeta. Non dimentichiamo però che anche a noi è richiesto un contributo costante. Per questo, in vacanza seguiamo alcune semplici regole per preservare la bellezza e la salute del nostro mare.