fertilizzante che proviene da un corretto riciclo dell’umido

Riciclo dell’umido: ecco cosa si ricava dagli scarti alimentari

Avanzi di cibo, scarti verdi, frutta, verdura, gusci d’uovo, scarti alimentari: tutto questo è umido! Si tratta di quella frazione dei rifiuti solidi urbani che siamo abituati a raccogliere nel contenitore marrone all’interno di sacchetti biodegradabili e compostabili.  

Se avviati al corretto riciclo, gli scarti umidi si rivelano preziosissimi: nascondono una vera e propria ricchezza capace di tornare in vita attraverso un processo di economia circolare unico. Rispettare le regole di raccolta, dunque, è importante per ricavare nuove risorse ma non solo. Una gestione scorretta, infatti, si può rivelare inquinante sia per l’eventuale emissione di biogas in atmosfera sia per la produzione di liquidi che potrebbero poi andare dispersi nei terreni e nelle falde acquifere. Per questo motivo, se hai dei dubbi su come fare la raccolta differenziata dell’umido, leggi qui.  

Ma, se differenziato nella maniera corretta, che cosa diventa l’umido? Scopriamolo insieme!

IL RICICLO DELL’UMIDO…DAL CESTINO DI CASA AGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO

Differenziati correttamente all’interno di sacchetti certificati a norma UNI EN 13432-2002, gli scarti umidi di casa vengono trasportati in appositi impianti di trattamento biologico dove, dopo una prima cernita per eliminare le eventuali impurità presenti - residui di metalli, plastica o vetro -, vengono sminuzzati e mescolati, pronti per affrontare le successive fasi del trattamento. In particolare, sono due le modalità utilizzate prevalentemente per trattare gli scarti organici:  

  • il trattamento per compostaggio  
  • la digestione anaerobica

DAL RICICLO DELL’UMIDO…IL COMPOST

Il primo metodo è quello per compostaggio: un processo in cui gli scarti vengono trattati in presenza di ossigeno per essere trasformati poi in compost. I rifiuti si decompongono grazie all’azione di alcuni microrganismi presenti in natura come batteri, funghi e lombrichi. Si ottiene così una sostanza che può essere riutilizzata in agricoltura, nelle attività di florovivaismo o in concimi chimici, capace di migliorare le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo, riducendone l’erosione e aumentandone la ritenzione idrica.

DAL RICICLO DELL’UMIDO…IL BIOGAS

La seconda modalità di riciclo degli scarti umidi consiste, invece, nella digestione anaerobica. In questo caso, gli scarti organici sono raccolti all’interno di ambienti chiusi ermeticamente, detti digestori, caratterizzati dalla totale assenza di ossigeno. In questo modo si favorisce il processo di formazione del biogas, una miscela di gas composta da metano e anidride carbonica che viene convogliato in un apposito impianto di cogenerazione per poterne ricavare energia elettrica ed energia termica.  

Dalla digestione anaerobica, oltre al biogas si ottiene anche il cosiddetto "digestato", un materiale liquido che può essere utilizzato come fertilizzante naturale.

IL RICICLO DELL’UMIDO…LO FACCIO IN CASA!

Queste due non sono però le uniche modalità in cui possiamo gestire i nostri rifiuti umidi. Per chi ha un giardino, il processo di trasformazione degli scarti organici in fertilizzante può avvenire direttamente a casa. Il procedimento è molto semplice: basta ridurre gli scarti in pezzi di piccole dimensioni e inserirli in un contenitore detto compostiera.  

All’interno della compostiera, va accumulata la componente più umida, alternata a quella più asciutta come rametti, trucioli, foglie e paglia, cercando il più possibile di dare al cumulo una forma piramidale. Il cumulo va poi coperto con foglie secche, mescolato e innaffiato di tanto in tanto, soprattutto in estate, prestando attenzione a non creare ristagni d’acqua e assicurandosi che ci sia il giusto apporto di ossigeno per permettere il compostaggio.   

Ecco che dopo circa 5/6 mesi il nostro composto è pronto per essere utilizzato come fertilizzante per i fiori di terrazzi e giardini!