un ambiente salvaguardato

Vocabolario della sostenibilità: F di farm to fork

COME SALVAGUARDARE L’AMBIENTE TRASFORMANDO IL SETTORE ALIMENTARE? ARRIVA LA STRATEGIA FARM TO FORK

Un sistema alimentare più equo, sano e rispettoso dell’ambiente? Questo è l’obiettivo a cui punta la Commissione Europea con il lancio della strategia decennale Farm to Fork, “dal produttore al consumatore”. Si tratta di una transizione che interessa l’intera filiera alimentare, dalla produzione alla distribuzione, fino ad arrivare al consumo e che vuole imprimere una svolta sostenibile a un settore che è responsabile per quasi un terzo delle emissioni globali di gas serra e di un consumo altissimo di risorse naturali.  

Migliorare l’attuale sistema alimentare non significa solo preservare la biodiversità ma anche accrescere la salute delle persone e i ritorni economici per i diversi attori della filiera e per l’intero territorio. Tanti, quindi, i fattori in gioco ma, per capirne di più, vediamo quali sono gli obiettivi e i target posti dall’UE con la strategia Farm to Fork.

GLI OBIETTIVI DELLA STRATEGIA FARM TO FORK

Adottata dalla Commissione europea nel maggio 2020, la strategia Farm to Fork è parte integrante del Green Deal Europeo, l’ambizioso programma con cui l’Europa punta a divenire climaticamente neutrale entro il 2050, ma è anche uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Diversi sono i nuclei in cui si articola la strategia:  

  • garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica;  

  • garantire una produzione alimentare sostenibile lungo tutta la filiera;  

  • aiutare a mitigare i cambiamenti climatici;  

  • preservare la biodiversità;   

  • preservare l'accessibilità economica degli alimenti, generando rendimenti economici più equi, favorendo la competitività del settore e promuovendo il commercio equo.  

Per dare maggiore concretezza a questi obiettivi, la Commissione Europea ha delineato alcuni target da raggiungere entro il 2030:  

  • ridurre del 50% l’uso di pesticidi chimici e almeno del 20% l’impiego di fertilizzanti per preservare la fertilità del suolo;  

  • ridurre del 50% le vendite di sostanze antimicrobiche per gli animali di allevamento e l’acquacoltura;  

  • dedicare il 25% del totale dei terreni agricoli all’ agricoltura biologica  

FARM TO FORK: DAI PRODUTTORI FINO AI CONSUMATORI

La strategia Farm to Fork interessa però anche noi da vicino. In che modo? I consumatori rappresentano gli attori essenziali di questo processo di trasformazione ed è, quindi, fondamentale renderli più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro scelte alimentari e dello stile di vita adottato. Da qui, l’idea di introdurre nell’ambito di questa strategia un sistema per l’etichettatura dei prodotti alimentari sostenibili, che ci possa aiutare a capire in modo semplice gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali di ciò che stiamo acquistando, oltre alla definizione di obiettivi giuridicamente vincolanti entro il 2023 per rafforzare la lotta allo spreco alimentare.  

NESTLÉ: DAL CODICE DI CONDOTTA ALL’AGRICOLTURA RIGENERATIVA

In questo percorso anche Nestlé sta facendo la sua parte. Infatti, ha da poco aderito al Codice di condotta sulle pratiche commerciali e di marketing responsabili nel settore alimentare, che può essere considerato come il primo risultato tangibile della strategia Farm to Fork. L’obiettivo? Incentivare gli attori che stanno letteralmente “between the farm and the fork”, cioè associazioni europee, aziende di trasformazione alimentare, operatori dei servizi alimentari e punti di vendita al dettaglio, a mettere in pratica azioni a livello ambientale e sociale per accelerare la transizione sostenibile.  

Ma l’impegno di Nestlé non si ferma qui. Il Gruppo ha predisposto un piano per favorire il passaggio all’agricoltura rigenerativa: un insieme di pratiche che permettono di arricchire il suolo, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale delle proprie attività e l’uso di risorse naturali, come l’acqua. Inoltre, a differenza dei metodi di coltivazione intensiva, non è previsto l’utilizzo di pesticidi e di altre sostanze chimiche, così da poter assicurare un’aria più pulita e una maggiore purezza delle acque sotterranee.